Vent’anni dopo la strage di Capaci
A vent’anni dall’uccisione di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e dei tre uomini della scorta, Valdo Spini ricorda di avere collaborato con Giovanni Falcone come Sottosegretario all’Interno, “anzi, di aver esordito nel gennaio del 1987 partecipando a un vertice per il maxiprocesso alla mafia a Palermo insieme all’allora Ministro dell’Interno Oscar Luigi Scalfaro, allo stesso Giovanni Falcone e al Sindaco Leoluca Orlando. Ne nacque anche un’amicizia che portò Giovanni Falcone a Firenze a parlare al Circolo Fratelli Rosselli nel 1990.
Oggi che l’Italia è più che mai sotto osservazione a livello europeo e internazionale perché si affermi un’economia sana a trasparente, la lotta alla criminalità organizzata, mafia camorra e ‘ndrangheta, costituisce più che mai una questione nazionale. Non si può infatti affrontare il tema dell’economia sommersa e dell’evasione fiscale con successo se lo Stato non è capace di stroncare i proventi dell’attività criminale mafiosa. In questo senso ricordiamo anche la memoria di Pio La Torre che volle la legge per il sequestro dei beni confiscati alla mafia.
Firenze, a cui venne inferta la ferita dell’attentato di Via dei Georgofili nella notte tra il 26 e il 27 di Maggio 1993 in cui perirono i componenti della famiglia Nencioni e lo studente Dario Capolicchio, è più che mai mobilitata e impegnata nella lotta contro la mafia, mentre tante ragazze e ragazzi partecipano con grande impegno ai lavori sulle terre confiscate. Alla memoria delle vittime della strage di capaci torniamo in questo ventennale a inchinarci reverenti riaffermando l’impegno a non mollare in questa battaglia”.