Valdo Spini al Convegno sulla Governance del Veneto centrale
Valdo Spini al Convegno sulla Governance del Veneto centrale
Le Ipa del Veneto Centrale hanno rotto gli indugi. Dopo sei anni di frequentazione, di analisi e di confronto hanno deciso che è arrivato il tempo di dare riconoscibilità e identità al territorio che rappresentano.
Lo hanno fatto nel modo più semplice e diretto: esponendo ai referenti istituzionali, in un lungo e intenso incontro tenutosi il 18 luglio a Piazzola sul Brenta (Padova), le ragioni che legittimano la richiesta che il Veneto centrale sia riconosciuto come area metropolitana, all’interno della quale promuovere l’integrazione socio-economica delle funzioni metropolitane, così come definito dall’articolo 14 dello Statuto del Veneto.
“Siamo un’area manifatturiera tra le più importanti d’Europa – ha ricordato nell’introduzione il sindaco di Piazzola sul Brenta, Renato Marcon –, tenuta insieme da un sentimento comune, da un buon governo locale, da un paesaggio omogeneo bello ma fragile, con un tessuto sociale e comunitario ricco, diffuso ed organizzato nella valorizzazione e gestione del bene comune”.
“Un’area – ha aggiunto Lorenzo Zanon, presidente del coordinamento delle Ipa del Veneto Centrale – impegnata a delineare una propria identità; intenzionata a definire un piano strategico di sviluppo insieme alle autonomie locali e alla Regione; che vuole inserirsi nei progetti di sviluppo cofinanziati dai fondi comunitari 2014-2020; che punta a promuovere sinergie comuni tra le società di servizi pubblici operanti nell’area del Veneto centrale nella gestione dell’acqua, rifiuti, gas ed energia; che vuole costituire, regolamentare e far riconoscere in tavolo territoriale di concertazione di area vasta del Veneto centrale come forma stabile di coordinamento delle funzioni metropolitane”.
Il contesto. La competizione in Europa si gioca nei grandi sistemi metropolitani. Per questo i fondi Ue privilegiano le aggregazioni urbane. In questo contesto l’Italia accusa un ritardo di mezzo secolo”. È partito da questa istantanea amara Valdo Spini – una lunga esperienza politica e governativa culminata nel 1993 con la nomina a ministro dell’Ambiente e delle Aree urbane nel governo Ciampi – per contestualizzare il grande fermento nazionale e veneto sul riordino delle autonomie locali, imposto dalla competizione internazionale, dalla necessità di ridurre la spesa pubblica, di rendere più efficienti i servizi e di sostenere le politiche di sviluppo. Temi e scadenze, ha ricordato Spini, che dovrebbe portare il governo a presentare entro questo mese una proposta di legge che definisce i livelli e le competenze dei governi locali, alla luce dell’eliminazione delle Province; completando l’elenco e ridefinendo ruoli e competenze delle Città metropolitane; incoraggiando e sostenendo le aggregazioni dei Comuni.
Il dibattito. “Sono aperto al confronto e al dialogo, non ho riserve su nessun modello, a patto che sia utile e meno costoso dell’esistente”. Si può sintetizzare così la posizione del vice governatore veneto Marino Zorzato, con un invito a ragionare a bocce ferme, quando sarà definito il destino delle Province e chiarito il ruolo e le competenze delle Città metropolitane.
Competitività e velocità: su questi due elementi – ha avvertito il vice presidente di Confindustria Padova, Gianni Potti, ci giochiamo il futuro. La competitività è possibile aggregando funzioni, ridondanze, doppioni. “Nel Nordest – ha ricordato – sono presenti ottantotto parchi scientifici; la Germania ne conta sette”. “Le nuove coordinate – ha aggiunto – non sono solo autostrade e ferrovie, ma soprattutto le reti telematiche”. “Il tutto – ha concluso Potti – dando la massima importanza all’elemento “tempo”. A settembre la ripresa dell’attività industriale sarà terribile per il lavoro e l’occupazione”.
“La classe politica presente oggi nei Comuni è molto preparata e sta riorganizzando il Veneto dal basso”. Roberto Ciambetti, assessore regionale al Bilancio e agli Enti locali, ha esordito da questo giudizio lusinghiero, per raccontare di un Veneto dei Comuni che ha imboccato la strada delle Unioni e in alcuni casi anche della fusione. “Viviamo un momento di grande cambiamento. La vostra iniziativa è positiva; la volontà di non eluderla c’è tutta”.
“Il vero gap dell’Italia è che non è europea; quello del Veneto di non avere una capitale”. È un invito al realismo e alla concretezza, quello lanciato dall’europarlamentare Franco Frigo. Con un’avvertenza: l’articolo 14 dello Statuto regionale è un’invenzione, perché l’Europa non esistono le aree ma le città metropolitane”.
Non ha nascosto lo scetticismo ai nuovi scenari che si vanno configurando il sindaco di Vicenza Achille Variati. Nella competizione europea, ha osservato, la nostra regione è piccola cosa, ed è necessario lavorare almeno ad aggregazioni che coinvolgano il Triveneto.
“In questa partita il ruolo della Regione è saltato totalmente”, ha esordito Ivo Rossi, sindaco facente funzioni di Padova, ribadendo la scelta di aderire alla Città metropolitana di Venezia. “Se aspettiamo la riforma perfetta – ha avvertito – fra vent’anni saremo ancora qui a discutere”.
Gli scenari. Dall’incontro di Piazzola sul Brenta emerge con ulteriore chiarezza come i binari della programmazione europea, nazionale e regionale si muovono su logiche e obiettivi diversi e in alcuni casi divergenti.
Un interrogativo, in particolare, urge sciogliere: le funzioni metropolitane fissate poco più di un anno fa nello Statuto regionale sono in grado di garantire la competitività del nostro territorio, inserendolo nei progetti di sviluppo europei? E ancora: è immaginabile che l’area manifatturiera tra le più importanti dell’Europa. Qual è il Veneto centrale, venga declassata ed emarginata dalle scelte Ue?
“Si apre oggi un grande cantiere di lavoro”, ha avvertito Lorenzo Zanon nel chiudere l’incontro di Piazzola sul Brenta. “Abbiamo davanti una sfida enorme, che intendiamo affrontare insieme alle categorie economiche e sociali, con il sostegno attivo dei nostri referenti politici ed istituzionali e il contributo determinante della Regione Veneto”.
Messaggio chiaro e forte, che le Ipa del Veneto Centrale intendono portare avanti con la determinazione di chi non vede alternative, e per questo non permettersi nessun sconto o ambiguità.