Roma, 6 dicembre 2011 – Valdo Spini alla Federparchi
Si è svolto a Roma, presso la sala Cristallo dell’Hotel Nazionale in piazza Montecitorio, un convegno della Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali (Federparchi), a venti anni dalla legge quadro sui parchi (legge 394). L’onorevole Valdo Spini, già ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è intervenuto svolgendo una delle relazioni introduttive. Questo il testo del suo intervento: “Sono stato Ministro dell’Ambiente per circa dodici mesi, ma ho portato all’istituzione ben undici parchi nazionali. Tutti quelli che rimanevano da costituire in rapporto a quanto prevedeva la legge quadro sui parchi presentata e fatta approvare dal Ministro dell’Ambiente Giorgio Ruffolo, una delle grandi personalità della politica e della cultura italiane. Tutti meno uno, il Parco dell’Arcipelago Toscano a motivo delle resistenze che si erano verificate e che alle forze politiche sembrava pericoloso affrontare alla vigilia della campagna elettorale del 1994. Ricordo la benevola ironia con la quale il presidente del consiglio di allora, Carlo Azeglio Ciampi, accoglieva, in coda al Consiglio dei Ministri, la mia richiesta di approvare l’ennesimo decreto istitutivo di un parco nazionale. Potei così cominciare a girare l’Italia inaugurando quei parchi: cominciai dalle Dolomiti Bellunesi, per poi andare ai Monti Sibillini, a quello delle Foreste Casentinesi e di Campigna (Monte Falterona e Campigna) , al Pollino, che già esisteva come parco regionale e così via. Ricordo “l’assedio” di politici e di amministratori al Ministero dell’Ambiente quando si trattò di costituire il Parco del Gargano. Ma ricordo che in genere il ministro dell’ambiente che si recava ad inaugurare i parchi era bene accolto. In effetti, quella sui parchi era l’unica legislazione superstite a favore delle aree montane del centro nord, perché prevedeva il sostegno non solo delle attività culturali, ma anche di quelle agricole e artigianali tipiche dell’area, nonché lo sviluppo di un turismo sostenibile aldilà delle poche settimane della stagione estiva. Oggi i parchi ricoprono una superficie pari a circa il 10 per cento del territorio italiano, equivalenti ad una grande regione del nostro paese e sono in evidente crisi di credibilità. L’assenza di fondi che ne potessero sostenere l’attività e più ancora quella di un’adeguata iniziativa di politica ambientale del governo nel suo complesso, li ha resi scarsamente credibili. Oggi al nuovo governo nel suo complesso, al nuovo ministro Corrado Clini, con cui ho avuto il piacere di collaborare quando ero ministro e lui direttore generale dei cambiamenti climatici, si chiede una svolta. Si chiede al governo nuovo di invertire una tendenza. Sì, il Parco non è solo un’area tutelata bensì il luogo privilegiato della difesa della biodiversità, il luogo in cui giovani e ragazzi possono imparare i valori dell’ambiente per trasfonderli poi, nei termini propri, nella vita di ogni giorno. Non c’è politica dell’ambiente, senza politica dei parchi nazionali. Per riaffermare questo concetto siamo venuti qui, accanto alla Federparchi per sottolineare il valore e l’urgenza delle sue richieste”.