La Toscana liberata dal “porcellum”
Sul “Corriere Fiorentino” di sabato 6 luglio è comparso questo articolo di Valdo Spini:
Le due vie della Toscana liberata dal “porcellum”
Il primo marzo di quest’anno, a pochi giorni dalle elezioni politiche, rivolgevo dalla colonne del Corriere Fiorentino una lettera aperta al Presidente della regione Toscana, Enrico Rossi. L’intento era di sottolineare l’opportunità che, nel contesto del rifiuto dei partiti tradizionali che si era manifestato sia con l’assenteismo che con il successo del Movimento 5Stelle, in Toscana si dovesse dare luogo ad un fatto politico visibile ed avvertibile. In altre parole, la Regione doveva abolire le liste bloccate per l’ elezione del consiglio regionale. La Toscana aveva anticipato quanto successivamente sarebbe stato introdotto a livello nazionale dal famigerato “porcellum” del ministro Calderoli e sarebbe stato –affermavo – significativo che abolisse questo meccanismo prima che questo avvenisse a livello nazionale.
Il Presidente Enrico Rossi rispose il giorno successivo, a stretto giro di posta, esprimendo il suo sostanziale consenso a questa proposta. Un fatto politico rilevante, che dimostrava la maturità del problema.
Il dibattito in regione è cominciato, una commissione presieduta da Daniela Lastri sta lavorando, il Pd sta facendo una sua consultazione. Siamo arrivati al mese di luglio. Per l’ultima riunione del Consiglio regionale prima delle ferie estive è prevista l’approvazione di una mozione di indirizzo sulla soluzione o le soluzioni di adottare.
Le soluzioni possono essere due: quella della divisione del territorio regionale in collegi uninominali con compensi proporzionali pure su collegi uninominali oppure il ripristino delle preferenze. In linea di principio è naturalmente meglio l’introduzione di collegi uninominali, ma se questa si dimostrasse di difficile realizzazione, l’essenziale è che non si perda di vista l’obiettivo dell’abolizione della lista bloccata e si reintroducano, nel caso, le preferenze.
Due fatti sono venuti a confermare l’ esigenza di muoversi. La decisione della Corte di Cassazione di inviare il “porcellum” alla Corte Costituzionale perché ne valuti la costituzionalità e il dibattito sulla riforma elettorale nazionale. Molte sono le voci che si sono levate per dire discutiamo delle riforme istituzionali “ a porcello sgombro”. Personalmente le condivido: si libera il tavolo dal “porcellum” e poi si verificherà se le riforme istituzionali eventualmente introdotte abbiano bisogno di un nuovo sistema elettorale.
Valdo Spini