Intervento di Valdo Spini – 17 Maggio 2021, Parma – 65° Congresso Nazionale Ordini degli Ingegneri d’Italia
Presentazione di “Next”, numero monografico della rivista “L’ingegnere italiano” interamente dedicato al Pnrr
Capacità di progettazione e realizzazione – coinvolgimento della società civile: le due chiavi di successo del Piano: un ruolo per gli ingegneri
Ringrazio il Presidente del Collegio degli Ingegneri, Armando Zambrano, Il Vicepresidente. Gianni Massa, direttore editoriale della rivista, che mi hanno chiesto di curare, cosa che ho fatto a titolo naturalmente volontario, il numero 379 de “L’Ingegnere Italiano” tutto dedicato al Pnrr italiano per il Next Generation – Eu consegnato a Bruxelles appena il 30 aprile u.s.
I tempi ristretti non ci hanno consentito di coprire a 360 gradi tutti gli argomenti del piano. Tuttavia, siamo riusciti a realizzare una pubblicazione consistente in quantità e in qualità. Siamo grati a chi ci ha risposto positivamente. Inviandoci i suoi contributi: I ministri Patrizio Bianchi, Renato Brunetta, Mara Carfagna, Roberto Speranza, la sottosegretaria Anna Ascani, l ’ing. Paolo Baratta, I proff. Chiara Saraceno, e Stefano Toso, l’arch. Costanza Pera, l dottori Filippo Anelli, e Maurizio Mauri, il dr. Andrea Gavosto e Raffaella Valente.
Le chiavi di successo del piano sono: capacità di progettazione e realizzazione da un lato, consenso e mobilitazione della società civile dall’altro: ambedue aspetti su cui gli ingegneri italiani possono giocare un ruolo molto importante. Insieme ad un terzo aspetto: quello della formazione. È il momento di rivalutare la componente tecnica certo nell’amministrazione ma anche nelle istituzioni.
Come si è proceduto nel lavoro della rivista: sono state prese in considerazioni le sei Missioni in cui si articola il Pnrr, Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per una mobilità sostenibile; Istruzione e ricerca; Inclusione e coesione; Salute, e ci si è proposti di chiedere per ciascuna di queste sei tematiche il contributo analitico sia di responsabili di governo da un lato che di studiosi e/o esponenti della società civile dall’altro. I componenti della Presidenza del Collegio degli Ingegneri, Zambrano, Massa e Giovanni Cardinale sono naturalmente “scesi in campo” con i loro scritti.
Altri contributi sono stati ricavati redazionalmente dai siti ufficiali dei Ministeri. Colgo l’occasione per ringraziare sia Paola Pierotti che Antonio Felici e i loro collaboratori. Senza di loro non avremmo portato a termine la nostra impresa.
“L’Ingegnere italiano” è senz’altro tra i primi, se non il primo, organo di informazione a compiere un’analisi del genere, sicuro in tal modo di contribuire non solo alla conoscenza del piano ma anche al suo successo, risultato indispensabile per l’economia e la società italiana duramente colpite dalla pandemia del Covid 19 e delle sue conseguenze.
Quello che presentiamo oggi è probabilmente il primo instant book sull’argomento In tal modo si può proprio dire che gli Ingegneri italiani svolgono un vero e proprio servizio civico alla comunità italiana.
Non c’è dubbio che la parte del leone la facciano le missioni 1: Digitalizzazione con quanto vi è associato e 2, Transizione ecologica. Un’Italia più moderna e più verde si potrebbe sintetizzare a cui vogliamo aggiungere s un’Italia più giusta e un’Italia più colta, nel senso ampio della formazione delle nuove generazioni.
Colpisce e induce all’azione immediata, la complessità del Pnrr: alle sei missioni di cui si parlava prima, sono strettamente collegare quattro riforme: Pubblica Amministrazione, Giustizia, Semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza. Già nelle prossime settimane dovranno andare a compimento le prime di esse e sarà il primo banco di prova per la realizzazione del Pnrr. Riforme necessarie per l’Italia ma altresì volute dall’Europa come condizione per potersi avvalere del Next Generation Eu, di cui, com’è noto l’Italia usufruisce nella misura più alta di tutti i paesi europei. (Il Piano ha detto Mario Draghi, tra fondi europei e fondi nazionali mette in moto, tutto compreso, 248 miliardi).
Ciascuna delle sei missioni prima ricordate è articolata in componenti. Per esempio la missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, è a sua volta articolata in due componenti:M3C1, “Investimenti sulla rete ferroviaria” e M3C2: “Intermodalità e logistica integrata.” Un ‘ulteriore articolazione interna riguarda “Ambiti di intervento e misure”, un piano quindi molto dettagliato, cui si dovranno uniformare coi soggetti che chiederanno di usufruire dei suoi finanziamenti.
“Reggono” per così dire il piano o meglio sono i tre obiettivi che misureranno il suo successo, le tre grandi assi trasversali sintetizzabili con i tre sostantivi: giovami; donne, mezzogiorno, riequilibrio generazionale, di genere e territoriale.
Ma sotto le sei missioni ci sono 140 progetti e 40 riforme. Un vero e proprio programma articolato sui sei anni dell’attuazione del piano.
I tempi ristretti che si è trovato davanti il nuovo governo guidato da Mario Draghi non hanno forse permesso un dibattito approfondito che consentisse di prendere coscienza della complessità del Piano e dei compiti che attendono tutti, società politica e società civile in cui troviamo, con significativa presenza, le professioni. Forse proprio per questo si è preferito dare la priorità ad altri temi di dibattito, pur importantissimi.
Il fascicolo che presentiamo è illustrativo. Non agiografico, Per esempio, sul tema delle disuguaglianze ospita anche contributi critici. Possono essere preziosi. Il problema non è questo, il problema è che il piano alla fine arrivi al successo.
Non c’è dubbio che a livello europeo (e internazionale) la considerazione di cui gode il Presidente del Consiglio Mario Draghi, rappresenti già di per sé quello che in inglese di dice un asset pe l’Italia e lo si è visto già nella caduta dello spread. Ma per il successo del Pnrr non basta: occorre che ci siano da parte di tutti dei comportamenti coerenti
Dal congresso degli Ingegneri credo che possa veramente levarsi sia una disponibilità che un monito. Una disponibilità, quella di una categoria professionale così intrinsecamente connessa con il progetto da esserne naturalmente cointeressata, un monito: a fare sul serio: non c’ un’altra occasione per l’Italia.
Proprio perché si intende collaborare con impegno al successo del piano, proponiamo alla Presidenza del Consiglio che accanto alle varie cabine di regia previste ci sia anche un ufficio di informazione e di corrispondenza per i rapporti con la società civile e per quegli organismi che ne rappresentano settori importanti come il Collegio degli Ingegneri. Un ‘iniziativa del genere può concorrere al successo del Piano.
Video 17 maggio 2021 – APERTURA – 65° Congresso Nazionale Ordini degli Ingegneri d’Italia: https://www.youtube.com/watch?v=gq8lulXY7ps
Intervista TGR Emilia Romagna 17 maggio – Minuto 9
A cura di Valdo Spini, L’Ingegnere Italiano, 1/2021, n. 379 Next, Consiglio Nazionale degli Ingegneri, maggio 2021.
https://www.cni.it/media-ing/l-ingegnere-italiano/3565-l-ingegnere-italiano-2021
PDF Rivista: Lingegnere_italiano_n._379_rid