Il mio articolo sull’enciclica di Papa Francesco
Dipende solo dall’uomo, “L’Osservatore Romano”, 7. 8. 2015
In un’epoca caratterizzata dalla globalizzazione, di cui si parla tanto e in modo non sempre appropriato, paradossalmente i messaggi etico–politici di carattere planetario sembrano essere affievoliti fino ad apparire quasi colpevolmente assenti. Tanto più importante quindi che l’enciclica di Papa Francesco si ponga su questo piano partendo da un punto di vista religioso.
In Laudato si’ lo si dice chiaramente: se Giovanni XXIII, nella sua Pacem in terris, si era rivolto a «tutto il mondo cattolico» nonché a «tutti gli uomini di buona volontà», ora, scrive Francesco, «di fronte al deterioramento globale dell’ambiente voglio rivolgermi a ogni persona che abita questo ambiente». È un richiamo esplicito a un impegno comune, di tutti i cristiani, di tutti i fedeli delle varie religioni, di credenti e non credenti, di tutte le donne e di tutti gli uomini del mondo. La battaglia per un ambiente sostenibile non implica solo l’assunzione di posizioni di carattere generalistico, ma anche prese di coscienza nel comportamento concreto della vita di ogni giorno di ciascuno. Il cristiano ha una duplice, più stringente responsabilità verso l’ambiente: condivide con tutti i cittadini del mondo la responsabilità verso la natura, ma considera questa azione come diretta alla salvaguardia del creato. Ricorda l’enciclica: «Per la tradizione giudeo-cristiana dire creazione è più che dire natura, perché ha a che vedere con un progetto dell’amore di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato». Ebbene, il contesto di questo anno 2015 in cui l’enciclica è stata pubblicata è per molti versi drammatico anche dal punto di vista dei problemi dell’ambiente globale. Non molti giorni fa duemila scienziati si sono riuniti a Parigi, dal 7 al 10 luglio, in una conferenza sotto gli auspici dell’Onu, dal titolo «Our Common Future under Climate Change» (Il nostro comune futuro sotto i cambiamenti climatici). Questa conferenza scientifica ha avuto il compito di servire da preparazione a una conferenza politico-istituzionale di grande importanza. Infatti, sempre a Parigi, dal 30 novembre all’11 dicembre si svolgerà la ventunesima Cop (Conferenza delle parti contraenti) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite in materia di cambiamenti climatici (Unfccc), la quale è contemporaneamente anche l’undicesima Conferenza delle parti (Cmp11) che hanno aderito al più stringente protocollo di Kyoto e tra esse, lodevole per comportamenti e misure adottate, l’Unione europea.