Città metropolitane: l’intervento di Valdo Spini al convegno di Milano
Valdo Spini è intervenuto oggi in rappresentanza di Firenze, in quanto presidente della Commissione Affari Istituzionali del Consiglio Comunale, al convegno sulla realizzazione delle Città metropolitane promosso a Milano da Astrid, con la partecipazione del sindaco Giuliano Pisapia e dei senatori Franco Bassanini e Walter Vitali e del prof. Luciano Vandelli. Presenti, fra gli altri, i sindaci di Cagliari, Massimo Zedda e di Bologna, Virginio Merola. Questo il contenuto del suo intervento.
Si può discutere quanto si vuole sul fatto che l’istituzione delle città metropolitane sia venuta in un decreto sulla revisione della spesa, che sia venuta dall’alto, che preveda semplificazioni territoriali drastiche, ma tutto questo non può offuscare il dato di fondo e cioè che ci troviamo finalmente di fronte ad un fatto concreto. L’istituzione delle città metropolitane, cioè l’adeguamento dell’ordinamento amministrativo ai fenomeni dell’urbanesimo, tipici della società industriale e post industriale, finalmente può avvenire.
In tal senso, anche se le scadenze previste per la stesura e l’approvazione degli statuti (31 ottobre 2013)- nonché l’entrata in vigore delle città metropolitane (1 gennaio 2014) – vengono a cadere nella prossima legislatura, è fin d’ora e cioè in questa legislatura che dobbiamo porre fondamenta veramente solide all’edificio che vogliamo costruire.
Se ne deduce che noi dobbiamo richiedere l’attuazione della legge sulle città metropolitane a tutti i soggetti interessati, senza incertezze e rinvii. Aiuta in questa direzione il fatto che le province di Genova e di Roma si scioglieranno per motivi elettorali nel giugno prossimo dando vita alle città metropolitane e questo non potrà non influenzare positivamente la costituzione delle altre.
Non invidio i Consigli e le Regioni che devono procedere in queste settimane al riaccorpamento e alla diminuzione del numero delle province secondo criteri meramente quantitativi. Questo è particolarmente vero per una regione come la mia, la Toscana, che ha attualmente ben dieci province.
Nel dibattito regionale toscano si è sempre cercato di evitare la locuzione “città metropolitana” puntando invece sulla “area metropolitana”, che per quanto ci riguarda era quella Firenze-Prato-Pistoia. Era la prospettiva, che in linea di principio personalmente avrei accettato, di una provincia unica Firenze-Prato–Pistoia, cui peraltro, prima del decreto “Revisione della Spesa”, la provincia di Prato si era sempre mostrata riluttante. Ora il dibattito sul riaccorpamento delle province sta evidentemente attirando le attenzioni più immediate di Regione, consiglio delle autonomie e forze politiche. Ma questo non avviene solo in Toscana.
Ad oggi quindi la Conferenza Metropolitana fiorentina per la stesura dello statuto e gli altri adempimenti non è stata ancora convocata. Credo che sarebbe opportuno autodisciplinarci indicandoci reciprocamente un termine massimo in cui procedere alla convocazione delle stesse. Infatti è nella stesura degli Statuti che possono trovare risposta gli interrogativi che si pongono le realtà meno relazionate con il capoluogo, visto che la legge consente all’uopo un’articolazione e una differenziazione. (Nel nostro caso per esempio Empoli e il Mugello.)
Inoltre, mentre è giusto che i vari statuti cerchino di adattarsi al meglio alle varie realtà , non sarebbe nemmeno opportuno ed efficiente che si arrivasse ad una sorta di vestito di arlecchino nell’ordinamento delle città italiane, fatto che abbiamo conosciuto con effetti nefasti in altre vicende. Credo utile che si arrivi ad una sorta di linee guida o di statuto – tipo, a maglie larghe in cui le varie realtà dovrebbero collocare la loro autonomia statutaria .
Infine. si è parlato di attuazione della Legge, ma almeno su un punto vi è un vuoto legislativo da colmare: ed è quello su cosa avviene nel caso che in Conferenza Metropolitano lo statuto non sia stato approvato.
Sarebbe stato meglio che il Parlamento fosse stato in grado di approvare una vera e propria riforma degli enti locali, procedendo anche ad un’accurata delimitazione territoriale delle città metropolitane. Questo purtroppo non è stato, così come in altri settori importanti della nostra vita nazionale. Ora abbiamo in mano uno strumento di riforma che non dobbiamo lasciarci sfuggire ma che dobbiamo cercare di attuare al meglio sfruttando tutti gli spazi che la normativa ci consente.