L’Italia delle minoranze
Pubblicato il 1 Marzo 2022
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L’Italia delle minoranze
La partecipazione di una donna dello spessore culturale e dal fascino personale di Tullia Zevi alla presidenza dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha molto contribuito alla causa più generale dell’attuazione della Costituzione per arrivare alle Intese.
Nell’esilio americano, nel 1939, Tullia Zevi giovanissima era stata parte dell’attività antifascista della Mazzini Society, di cui Gaetano Salvemini era il punto di riferimento. Nel 1943 con il marito Bruno, Alberto Tarchiani ed altri antifascisti aveva pubblicato in esilio una nuova serie (quattro) dei Quaderni di Giustizia e Libertà, il quarto lo aveva redatto da sola dopo la partenza del gruppo del marito per l’Italia. Negli Usa aveva conosciuto e frequentato Amelia Rosselli Pincherle, le due nuore vedove di Carlo e Nello Rosselli con i loro sette figli e con loro era tornata in Italia con lo stesso piroscafo nel 1946. Su questi ricordi Tullia Zevi si è diffusa in interventi rispettivamente sui numeri 1/2000 e 3/2006 dei “Quaderni del Circolo Rosselli”.
Tullia Zevi è stata un’ebrea laica, che apparteneva doppiamente a quella che è stata chiamata “L’Italia delle minoranze”, sia dal punto di vista religioso che politico-culturale. Ricordo la sua visita a Torre Pellice e alle celebrazioni del Glorioso Rimpatrio. Una grande, bella personalità. In un’intervista data a Raffaele Luise sul n.1-2/92 dei “Quaderni del Circolo Rosselli” interrogata sui rapporti con gli evangelici italiani li definiva “fraterni”, aggiungendo: “Penso ai valdesi che hanno avuto nella storia un destino di emarginazione, di solitudine e di minoranza simile a quello degli ebrei”. E con questa fraternità la ricordiamo.
Valdo Spini
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