Firenze, 20 settembre – “Diario proibito. L’Aquila anni ’40”
Valdo Spini partecipa venerdì 20 settembre alle 17 presso la Provincia di Firenze (Sala Pistelli, Palazzo Medici Riccardi, V. Cavour 2) alla presentazione del libro Diario proibito di Mario Fratti, noto drammaturgo che veste questa volta i panni dello scrittore per ripercorre aspetti del “ventennio” attraverso la vita di un ex fascista.
Interventi di Giovanni Di Fede, assessore alla pubblica istruzione della provincia; Roberta Capanni, giornalista e presidente dell’Associazione Cuore d’Italia che intervisterà l’autore; Marcello Lazzerini, giornalista, moderatore dell’incontro.
COMUNICATO STAMPA
Vincitore di sette “Tony Award”, riconoscimento che rappresenta il premio Oscar per il teatro, Mario Fratti, fa il suo ingresso nel mondo della scrittura con un intenso Diario proibito – L’Aquila anni Quaranta, racconto di un periodo storico quale fu il fascismo e dei suoi risvolti, molto spesso oleografici, racconto che si pregia della prefazione di Mario Avagliano. L’autore, abruzzese di nascita, come ha spiegato nell’introduzione, utilizza per costruire la sua storia molti dei suoi ricordi autobiografici ma, in realtà, già da ragazzo era tutt’altro che seguace di Mussolini. Anzi. Era animato da vividi e sinceri sentimenti antifascisti e i suoi amici erano quei partigiani che poi vennero chiamati i “Nove Martiri Aquilani”, anche se Fratti non trovò mai il coraggio di seguirli in montagna. Fratti è un sarto della parola. E con precisione chirurgica, traccia il quadro di un’epoca, attraverso la storia di un borghese piccolo piccolo, che vive a Venezia, pratica autoerotismo ed è ossessionato dal sesso. Costretto da un forte attacco febbrile a restare a letto, in una valigia ritrova il suo diario. Vecchi documenti di quando, sedicenne, aveva aderito al fascismo e a Salò, senza crederci veramente, solo per la divisa lucida, e poi aveva assaporato il potere. Quello della prevaricazione fine a se stessa, quello del tenere in pugno le persone, ricattandole. Ostentando la forza. Una politica solo muscolare. Più che una storia del fascismo, si può definire una radiografia dello stesso, vista dagli occhi di questo modesto impiegatuccio dal passato “nero”. Amaro il suo commento finale: “Qualcosa mi lega ancora a lui. Quello che ho taciuto.” Il suo è dunque un libro sul “silenzio della storia”. Gli episodi narrati sono forti, arrivano in maniera potente. E non a caso, Fratti, nella sua vita da uomo di teatro, ha scritto testi estremamente realistici, ha raccontato, rappresentato la Mafia, le dittature (“Pinochet”), le lotte di liberazione (”Che Guevara”), altri mali di questo secolo, come l’anoressia. L’ultima sua piece s’intitola “Obama 49”. Nella sua carriera si è aggiudicato numerosi premi di grandissimo prestigio, con testi che hanno girato in tutti i teatri di Broadway, compresi quelli “off”. Nine, musical ispirato ad 8 e ½ di Federico Fellini ha visto, come ultimo protagonista Antonio Banderas. Il Diario è arricchito dal testo teatrale dedicato dal titolo “L’Aquila, nove martiri” e da un saggio di Maurizio Molinari su “ Gli italiani a New York”. La presenza di Fratti a Firenze sarà dunque un’occasione anche per allargare il discorso al suo teatro, all’esperienza degli italiani in America, alla nostra realtà vista dagli Stati Uniti.