“Il Presidente della Repubblica che vorrei”
Il Presidente della Repubblica che vorrei
Valdo Spini
Non ero parlamentare quando è stato eletto Sandro Pertini. Ho fatto il tifo per lui dall’esterno ed entrato in Parlamento ho avuto un rapporto splendido con lui. Ho invece avuto la possibilità di votare due uomini come Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Un trittico di nomi, Pertini, Ciampi e Napolitano, a cui guardiamo con grande orgoglio.
In questi giorni si moltiplicano gli identikit dei Presidenti della Repubblica desiderati o desiderabili: a volte chi fa questi identikit non guarda tanto alla figura del Presidente quanto al (da lui) auspicato svolgersi della successiva vicenda del Governo e quindi della legislatura.
Personalmente credo che il Presidente della Repubblica debba avere un’esperienza internazionale ed interna importante e comprovata. Non può essere qualcuno di improvvisato. Nel contempo, dovrebbe essere un riformatore. Cosa voglio dire con questo? Qualcuno che voglia arrivare a dei risultati. Certo, può essere un Presidente che si contrappone alle lacune e alle inconcludenze del funzionamento dell’attuale sistema politico- istituzionale, che dovrà certamente criticare senza pietà. Ma, visto che, in generale, la prassi consiglia la non rieleggibilità in considerazione della lunga durata del settennato, lo vedrei come qualcuno che vuole modificare nel profondo il sistema, in senso riformatore, che concorre da subito a creare una condizione favorevole alle riforme, a quelle riforme che restituiscano credibilità e prestigio alla politica.
Via il porcellum, sì ad un sistema elettorale che restituisca un rapporto fiduciario tra eletti ed elettori, sì alla riforma del Parlamento, che lo renda più snello e più autorevole, sì ad una legge sui partiti e alla riforma del loro finanziamento.
Bene, il nuovo Presidente dovrebbe fin dal primo giorno della sua elezione “martellare” su questi temi e minacciare le dimissioni se non si arrivasse subito a delle soluzioni incisive, capaci davvero di modificare l’attuale situazione di distacco e di scetticismo verso la politica e le istituzioni.