NON INTERROMPERE L’ ATTIVITÀ ORGANIZZATIVA. NON SI SA MAI!
“Non interrompere l’attività organizzativa. Non si sa mai!”, è il messaggio rivolto ai suoi sostenitori da Valdo Spini, presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli e capogruppo della sua lista civica al Consiglio comunale di Firenze. “Comunque la situazione è questa: avevamo visto nelle primarie di coalizione del centro-sinistra la possibilità di un’apertura a forze, movimenti, cittadini non pregiudizialmente inquadrati nei partiti politici.
Eravamo disposti a superare anche quella che per noi era una forte delusione politica, e cioè l’assenza nella Carta d’Intenti di qualsiasi citazione della parola socialismo e di qualsiasi riferimento diretto al PSE (Partito del Socialismo Europeo) proprio per portare nelle primarie questa esigenza e questa richiesta. Ci troviamo però di fronte a regole, disponibili sul sito di Italia Bene Comune solo da oggi 17 ottobre, cui ottemperare per partecipare alle primarie di coalizione da esterni al Pd, che risultano del tutto impraticabili. A parte altri adempimenti politici, si tratta di portare a Roma, entro le ore 20 del 25 ottobre, cioè entro otto giorni, 20.000 sottoscrizioni cartacee in originale, certificate da eletti dei vari livelli o dal segretario comunale competente. A parte il fatto che nel XXI secolo, esistono e mail certificate ed altri validi strumenti di posta elettronica, questo vorrebbe dire spedire per posta tali sottoscrizioni originali da varie parti d’Italia o portarli da Sondrio o da Pozzallo fisicamente a Roma entro quel termine. Cosa impossibile in così breve tempo per chi non ha alle spalle un apparato di partito. Sia chiara una cosa: non contestiamo il principio delle ventimila firme. E’ giusto che le candidature abbiano dietro un sostegno consistente, ma contestiamo nel modo più netto possibile delle modalità-capestro per la loro raccolta, di fatto non aperte alle realtà non partitiche. A questo punto era più onesto dire che le primarie erano chiuse a candidati espressioni di aree culturali, come quella, nel nostro caso, rosselliana, o di liste civiche o comunque di realtà non organizzate con apparati professionali di funzionari o di eletti. Inutile dire che nella stesura di queste norme non siamo stati in nessun modo coinvolti, nonostante che, almeno nel mio caso personale ,la candidatura fosse annunciata da tempo e fosse stata supportata da presentatori di assoluto rilievo. Ma il problema è in realtà generale: in un momento di crisi della politica, occorrerebbe fare invece proprio il contrario:non rinchiudersi in ristrette trincee partitiche , ma aprirsi alla società civile.”