27 febbraio 2003 – Carta UE, pericolose le proposte di Fini
L’Unità, giovedì 27 febbraio 2003: intervista a Valdo Spini
Non ha dubbi Valdo Spini. “Dopo il patatrac degli emendamenti di Fini ai primi 16 articoli della Costituzione dell’Unione Europea è necessario che il Parlamento italiano si decida a fare una discussione. Per fortuna pare che questo sia ormai acquisito. Sarà una sfida per una parte della maggioranza e si verificherà se al suo interno esistono ancora filoni europeisti”.
Perché onorevole Spini lei avverte questo bisogno?
“Vede, noi DS, la onorevole Paciotti ed io con gli emendamenti che abbiamo presentato, ci muoviamo nello spirito della tradizione europeista italiana da De Gasperi a Spinelli. Fini invece ha presentato 16 emendamenti, che si muovono contro”.
Per esempio?
– Penso all’articolo 3. Noi proponiamo un emendamento che in pratica è l’articolo 11 della nostra Costituzione: ‘L’Unione ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberttà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e contribuisce alla pace tra gli Stati nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite e nella rigorosa osservanza degli obblighi internazionali’. Invece Fini cancella la pace. Elimina perfino la proposta di Giscard che è: ‘L’Unione si prefigge di promuovere la pace tra i suoi valori e il benessere dei suoi popoli’. Tra l’altro quell’emendamento elimina anche gli obiettivi della protezione ambientale e della piena occupazione. Francamente, non capisco chi glieli abbia consigliati.-
Anche la commissione della Parità della presidenza del Consiglio attacca Fini accusandolo di aver cassato il principio di parità tra uomo e donna sostituendolo con un generico richiamo alle pari opportunità.
– È così purtroppo. È comunque un passo indietro. Quando Giscard ha presentato i primi 16 articoli ci fu una reazione durissima del leghista Francesco Speroni, che vedo ha attaccato anche Alberto Sordi. Forse Fini s’è un po’ preoccupato della reazione della Lega.- I socialisti europei come si stanno muovendo? – Le faccio un esempio: Fini propone di togliere i riferimenti alla protezione ambientale, i socialisti, come gruppo, propongono di aggiungere all’obiettivo della protezione ambientale quello del miglioramento dell’ambiente.-
Ma l’insieme degli emendamenti di Fini e della sinistra che concezioni sottendono?
– Quelli di Fini sono emendamenti frenanti dal punto di vista della costruzione di poteri sopranazionali, una specie di residuo nazionalista. Sul piano dei valori invece di interpretare una volontà unitaria italiana Fini sembra preoccuparsi soprattutto delle concezioni del centrodestra. Noi abbiamo lavorato sul rafforzamento dell’aspetto europeo e sul significato dei valori dell’Unione, della pace, del benessere tra i popoli e della crescita sociale dell’unione.-
E’ in qualche modo la riproposizione dell’euroscetticismo di cui è portatore l’insieme del Polo?
– Temo di sì. La sua impostazione all’inizio era stata diversa. Tesa a trovare la convergenza con tutta la delegazione italiana. Il Parlamento italiano non ha recentemente discusso un mandato da dare ai suoi rappresentanti. L’Ulivo già dall’8 dicembre aveva presentato una mozione (Spini, Violante, Castegnetti e tutti gli altri rappresentanti dell’Ulivo) in cui si proponeva un dibattito parlamentare sulla base di alcuni principi a maglie larghe su cui dare un mandato ampio. Ripeto, ora sarà necessario.-
C’è stata una discussione sulle radici giudaico-cristiane dell’Europa.
– Fini promuove come articolo della Costituzione ‘L’Unione riconosce le comuni radici giudaico-cristiane come valore fondante del suo patrimonio.’ Il che significa che chi non è giudeo o cristiano è cittadino di secondo grado. Diventano tali i laici, i razionalisti, i musulmani, i miscredenti o i seguaci di altre religioni. Tenga conto che l’8 dicembre c’era stato un documento ecumenico di tutti i cristiani che chiedeva rispetto per la religione, libertà religiosa dei singoli ma anche delle chiese. Ma anche i cattolici si guardarono bene dal proporre uno specifico articolo. Insomma, nessuno aveva proposto su questo un vero e proprio articolo. Altre proposte, tutte più o meno discutibili, chiedevano un riferimento nel preambolo a eredità e valori.-