Sul libro del presidente Napolitano 01/02/2012
Lunedì 30 gennaio Valdo Spini nella sala “Nicola Pistelli” della Provincia di Firenze ha partecipato alla presentazione del libro “Una e indivisibile. Riflessioni sui 150 anni della nostra Italia” (Milano, Rizzoli 2011), del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel suo intervento Spini, ricordando la necessità di collocare il Risorgimento italiano in un più vasto contesto europeo, ha sottolineato come “con vasta apertura di coscienza e di orizzonti “ si ponga in questa direzione anche la visione del presidente Napolitano, “un uomo che fatto dei rapporti internazionali ed europei una priorità della sua azione politica, un napoletano che si sente italiano nel profondo dell’animo e della coscienza”. Ha poi ricordato come nelle settimane finali del 2011, centocinquantesimo dell’ Unità d’Italia, che hanno rappresentato uno dei momenti più impegnativi e drammatici della storia della nostra Nazione, il ruolo del presidente Napolitano sia stato determinante per assicurare una soluzione alla crisi politica di fatto apertasi nelle istituzioni, trovare una soluzione che consentisse a forze politiche del tutto antagoniste di poter convergere nell’appoggio al governo Monti, e dare così all’ Europa e più in generale alla comunità internazionale motivi credibilità e di fiducia verso il nostro paese. Ciò non sarebbe stato possibile, secondo Spini, se il Presidente Napolitano non fosse stato nel primo semestre di questo anno l’indiscutibile protagonista e l‘effettivo vincitore di quella che potremmo chiamare “la battaglia del centocinquantesimo” cioè la riscossa del sentimento nazionale e repubblicano nei cittadini italiani, assicurando il successo di quelle celebrazioni dell’unità d’Italia che avrebbero potuto svolgersi invece all’insegna delle tensioni di chi si proponeva di contestare il Risorgimento, il suo valore, la consistenza stessa della creazione dello stato unitario? “Ecco perché questo libro Una e indivisibile acquista il carattere di un documento non celebrativo, ma di attualità; quasi un documento di battaglia politica”. Ricordando l’attenzione sempre tributata da Napolitano ai problemi e agli squilibri di fondo del nostro Paese, e il continuo richiamo al divario Nord-Sud, Spini ha concluso ricordando la frase pronunciata centocinquanta anni fa da Massimo D’Azeglio: “L’Italia è fatta, facciamo gli italiani”. “Oggi il problema che abbiamo è quello di una società più libera e dinamica che sia però anche più giusta e più solidale. Dovremmo forse parafrasare quella frase dicendo : ‘L’Italia c’è, facciamola funzionare e sviluppare’, in Giustizia e in Libertà, per la sicurezza e il benessere delle sue cittadine e dei suoi cittadini , raccogliendo fino in fondo il significato del libro del presidente della Repubblica”.