L’intervento di Valdo Spini all’assemblea della CNA di Prato
Sunto dell’intervento di Valdo Spini all’Assemblea della CNA di Prato, sabato 7 luglio:
Premetto che siamo in una crisi difficilissima, peraltro già anticipata a suo tempo a Prato e nel suo distretto, e che questa crisi deve vedere rafforzate e non indebolite le nostre capacità di governo del territorio. Credo che sia questo quanto la Cna ci chieda. Peraltro l’Assemblea della Cna cade in un momento di decisioni di grande importanza su questo piano.
Mi sembra di vedere due fasi nel riassetto dei poteri locali di governo del territorio nell’area metropolitana Firenze – Prato- Pistoia.Ciò almeno da quanto conosciamo sul decreto di “revisione della spesa a servizi invariati” (spending review) del governo, il cui testo definitivo scaturirà naturalmente dall’approvazione parlamentare.
Nella prima fase, con scadenza al 31/XII di questa anno avrà luogo il processo di riduzione e di accorpamento delle province. Al momento attuale dai criteri delineati dal governo potrebbe “salvarsi” solo la provincia di Firenze: Per le altre occorrerebbe fare delle scelte in tema di accorpamento con altre province.
Nella seconda fase, in data 1 gennaio 2014, verranno ad essere istituite le dieci città metropolitane previste dalla legislazione vigente e tra esse Firenze, sostituendosi alle rispettive province. Non vi saranno quindi doppioni o stratificazioni di organi o di poteri, ma sostituzione. Prima del 1 gennaio 2014 evidentemente la provincia di Prato dovrebbe fare la sua scelta, sempre che il decreto legge vada a buon fine.
Le nuove città metropolitane avranno poteri molto consistenti ed interessanti. Infatti ai poteri riservati alle province descritte nel comunicato stampa del governo come :ambiente, (con particolare riferimento alle discariche); trasporti e viabilità (ivi comprese la costruzione, classificazione e gestione delle strade) dovrebbero avere in più i poteri delle città metropolitane che dovrebbero essere infrastrutture e trasporti. Temi come l’aeroporto e la tramvia verrebbero quindi decisi a quel livello. In più , se venisse emanato il relativo decreto delegato, in forza del federalismo fiscale, le città metropolitane avrebbero anche una certa potestà di autonomia impositiva. Ai fenomeni, ormai consolidati di urbanesimo, corrisponderebbero finalmente livelli decisionali adeguati.
Fermo restando che spetta alle cittadine e ai cittadini di ogni territorio e ai loro rappresentanti il diritto di scegliere come accorparsi, credo che sia peraltro legittimo proporre in questa sede l’argomento che occorrerebbe soppesare se una città metropolitana forte offra o meno più possibilità di partecipare alle scelte amministrative di una provincia accorpata più debole nei suoi poteri di quelle attuali.
E’ bene che si apra un dibattito senza tatticismi o illusioni pericolose. Se oggi queste scelte ce la fa un “governo tecnico” è proprio perché a livello politico non si è riusciti a procedere alla necessaria riforma delle autonomie locali.