26 luglio 2011 – Lasciamo stare ser Filippo Brunelleschi
A proposito dell’idea di completare la facciata della chiesa di San Lorenzo, lanciata dal Sindaco di Firenze Matteo Renzi, Valdo Spini, Capogruppo Spini per Firenze in consiglio comunale, ha rilasciato questa dichiarazione.
Nel dibattito in corso su San Lorenzo, non dobbiamo dimenticare che la facciata di quella chiesa non è un’incompiuta qualsiasi. È un’incompiuta di ser Filippo Brunelleschi, il grande architetto che ha lasciato un’orma indelebile nella storia dell’umanità. Anzi, è stato Francesco Gurrieri nel volume dedicato dalla (fu) Banca Toscana alla chiesa di San Lorenzo a ricordarci che nella dialettica tra compiuto e incompiuto presente in varie opere del grande artista, vi è probabilmente anche un significato simbolico e/o artistico. Non è del resto casuale che sul problema della facciata di San Lorenzo si cimentarono invano, via via non solo Michelangelo, ma anche Raffaello, Giuliano da Sangallo e altri, fino ad arrivare ai tentativi del Poccianti nell’Ottocento, in epoca granducale. Non possiamo considerare certamente l’incompiuta di Brunelleschi come qualcosa di brutto o non artistico. Un conto infatti è pensare a una sperimentazione di un qualcosa di effimero come può essere la riproduzione del progetto di Michelangelo in un evento sulla facciata. Un conto è invece modificare un capolavoro architettonico così come si presenta da cinque secoli. Altrimenti dovremmo metterci a costruire le altre incompiute: il Carmine, le fiancate di Santo Spirito e magari riprendere il dibattito sul cotto in Piazza Signoria. O magari dovremmo metterci a ricostruire le torri che la ritirata tedesca ha fatto saltare nel centro storico così potremmo avere una sorta di San Gimignano a Firenze e la felicità del turista sarebbe completa. Di ben altro invece dovremmo preoccuparci, per esempio di quell’ingresso delle Cascine che il passaggio della tramvia ha irreparabilmente compromesso. Ma di quello ormai si parla poco, nonostante i continui richiami al Poggi e al centocinquantesimo dell’Unità d’Italia.